Cala Brandinchi (post triste)
Se c'è un posto fisico che io identifico con l'idea che il bello vada cercato e scoperto, questo posto per me è Cala Brandinchi.
Cala Brandinchi la conosco da tantissimo tempo. In gioventù, quando ero in vacanza in Sardegna, almeno una volta a Cala Brandinchi ci dovevamo andare. Arrivare era un'impresa, c'era la strada sterrata, non c'erano indicazioni, poi attraversavamo la pineta e ci perdevamo sempre, fino ad arrivare finalmente a questa spiaggia magica: sabbia bianca, acqua bassissima per un bel tratto dalla riva, con quei colori dal celeste all'azzurro che sembrano, per l'immaginazione, appartenere solo alle isole tropicali.
Cala Brandinchi, almeno un giorno, era come vivere un giorno in un sogno, il godimento assoluto del contatto con una natura quasi violenta nella sua bellezza, dai colori ai profumi.
Dopo diversi anni ci siam tornati a Cala Brandinchi. Questa volta è stato facile, ci son le indicazioni, c'è il parcheggio a pagamento, hanno fatto i vialini col pratino per arrivare alla spiaggia, hanno messo ombrelloni e sdraio a noleggio, hanno fatto il bar, i bagni pubblici, è un altro posto. E io in quest'altro posto non ci tornerò più.
Da un posto ideale è diventato una certezza: il mondo diventa sempre più brutto, esteticamente brutto, e il mondo che vedranno i miei figli sarà molto più brutto di quello che ho visto io.