28 settembre 2007

Porta usb

Ho bisogno che mi si impianti una porta usb nella fronte o, preferibilmente, a scomparsa nell'orecchio così che, quando faccio Invia a, tra le varie opzioni mi si apra anche Cervello.
Potrei, così, capire, ricordare, archiviare, elaborare dati senza grossi sforzi.
O sarà più percorribile il bluetooth, con gli occhi che lampeggiano blu quando connessa?

27 settembre 2007

Le rotonde

Vabbè, tutti sanno perchè la storia lo insegna che l'uomo è pecora, segue il gregge e le mode con un uso minimalista del proprio senso critico e raziocinio. Ormai si sa, è pacifico.
Chi esattamente imponga le rotonde, per dire, io non l'ho capito, vociferasi l'Europa, quando non si sa a chi dare le colpe ora per fortuna abbiamo l'Europa che se le prende e sta zitta.
Le rotonde devono essere ovunque. Anche da te, no? Ormai non esiste più un incrocio al mondo, solo rotonde. I libri per la patente sono diventati tonnellate di carta da macero che l'argomento cruciale era la precedenza agli incroci.
Le rotonde devono essere fatte, come non rileva.
Se l'incrocio da cassare (senza rinvio) è in periferia, ma diciamo campagna, se è in campagna, allora, in abbondanza di spazio la rotonda avrà un raggio di 3,7 km, con una circonferenza di 2 pigreco per 3,7 e mezzo serbatoio andrà via nel percorrere la rotonda. Un bel business che secondo me si diventa straricchi è aprire un distributore con prezzi assurdi, tanto non c'è concorrenza, su una rotonda in campagna.
Se l'incrocio da cancellare dalla faccia della terra è, guarda caso, uno degli incroci più incasinati della città, in una zona subito adiacente al centro storico, con quelle belle strade vecchie ma soprattutto strette, la rotonda avrò una circonferenza analoga ad un palo e queste file di macchine si attorciglieranno sulla rotonda come tante ballerine di lap dance.
La strada che ho fatto io oggi, che non ci passo quasi mai, chi aveva l'appalto se la voleva levare mettendo una monetina al centro.

25 settembre 2007

Lo stand

A ottobre abbiamo uno stand non so dove. Cercavano dei volontari per lo stand.
Allo stand si danno informazioni al pubblico, che non è il mio lavoro, su argomenti di cui non mi occupo.
Mi sono offerta volontaria.
Ho voglia di uscire un po' da queste quattro mura.
Alla riunione dei volontari col direttore credo che la mia uscita sulle partite IVE non sia stata proprio azzeccata.
Se qualcuno passa di là, ecco, non faccia troppe domande.

22 settembre 2007

Fuochi di Sant'Elmo

Leggere un romanzo incompiuto ha un che di masochista. Ci sono i personaggi e le storie e, pagina dopo pagina, senti che che anche tu stai vivendo quella storia che cresce e le pagine stanno per finire ma, invece di prepararsi all'epilogo, la storia cresce e, di punto in bianco, non c'è più. E ora?
Leggere un romanzo incompiuto è come guardare un film a metà, però io i film li vedevo tutti a metà, che poi mi addormentavo, e difatti adesso non ci provo nemmeno più, mentre a leggere un libro è difficile che ci si addormenti (tranne per i libri di quel cazzo di esame di merceologia che feci all'università).
Allora, Fuochi di Sant'Elmo, oltre ad essere il nome del blog di Christian Frascella, è anche il titolo di questo suo romanzo incompiuto che io ho letto.
Ho due considerazioni preliminari da fare, prima di affrontare il merito.
La prima è che, di questo romanzo, io voglio leggere il seguito, insomma Kafka li ha lasciati incompiuti ed è morto, ma Christian, ringraziando il cielo, è vivo quindi, che si pubblichi o meno, lo deve finire e mandare il seguito a quelli che lo hanno letto incompiuto. Guarda, son disposta a pagare, anzi, se non venisse pubblicato, potrebbe diventare una specie di e-book venduto sulla rete. Del resto io me lo son letto sul palmare. Questo è il mio consiglio a tutti i blogger che sono tali per soddisfare la loro propensione alla scrittura da scrittori.
Seconda considerazione preliminare: il titolo. Fuochi di Sant'Elmo. Per Christian deve rappresentare qualcosa di importante; io quando ho conosciuto il blog ho pensato che fosse una mera citazione letteraria, per un blogger che ama molto la lettura. Ora capisco che esprime di più ma non capisco che di più esprima. La curiosità del titolo non sarà soddisfatta dalla lettura del romanzo, a meno che voi non abbiate una sensibilità diversa dalla mia, o non ve ne freghi una mazza di capire il titolo.
Ora mi avventuro in questa novità, per me, di critica letteraria.
La scrittura di Christian è pulita, molto di più di quello che ci aspetti leggendo il blog.
La storia è una non storia, non c'è una trama, un evento conduttore, ma è il racconto in prima persona di attimi di vita. Il racconto dei momenti di vita quotidiana di un adolescente, un po' alla Anne Tyler, che non so se vi piace, a me molto. Non c'è analisi dei personaggi, del protagonista non viene mai detto il nome, come se potesse essere intesa come storia autobiografica ma anche come una storia di chiunque, o di uno qualsiasi. Il narratore dice di sé e del mondo che vive, un po' squallido ma intenso, così come filtrato dai suoi occhi.
I personaggi si intuiscono dalle azioni, dalle parole, da come visti dal protagonista e, di riflesso, si conosce anche questo adolescente, voglioso di amore e spaventato dall'amore, da quello che gli è stato negato, quello di cui sente la mancanza. La corazza di strafottenza e stronzaggine che si è costruito ad autodifendersi lascia aperti spiragli di sofferenza profonda, di autodistruzione e di fame di amore.
La cosa che a me è un po' mancata è l'approfondimento psicologico dei personaggi secondari, soprattutto Chiara e la sorella. Ma del resto è incompiuto, potrebbe venire dopo.
Concludendo, il romanzo mi è piaciuto, se qualcuno mi conosce un minimo sa che ho simpatia per le storie delle persone normali, per la vena di follia che ogni persona normale ha, e questi elementi si ritrovano in questo romanzo. Probabilmente piacerà (facciamo gli scongiuri, eh!) di più ai lettori adolescenti, che gli adolescenti amano che si parli delle difficoltà della loro età, che però sono difficoltà di tutti: amore, accettazione sociale, solidità familiare.
In bocca al lupo, Christian!

16 settembre 2007

Il luogo dell'anima

Volendo indicare con una sola parola un luogo ideale, un posto a cui sento
di appartenere e che indica in modo sintetico il mio stato fisico e
mentale, direi capolinea.
Tu dove sei?

SdL, che ogni volta mi fa ridere, è nei bagni dell'autogrill, non sappiamo come ci sia finito ma di sicuro va tirato fuori da lì.

Caporale è in carrozza, non sa però se ha preso la linea giusta.

Christian, che si guadagna così tutta la nostra invidia, è a letto.

14 settembre 2007

Le canzoni col fischio

Ci sono delle canzoni che, grazie a un ritornello o a una parte fischiata, diventano indimenticabili.
Penso a Patience dei Guns'n Roses, a quella dei Litfiba intitolata Il mio corpo che cambia (se non sbaglio), due canzoni che a me son piaciute molto, e alla canzoncina iniziale di Robin Hood di Walt Disney. Chi ha dei bimbi, o chi è appassionato di cartoni, mi saprà dire come si si fa a toglierla dalla testa quella canzoncina col fischio di Robin Hood. Mi sta fischiettando da giorni nel cervello, non è un male, che mette anche un pochino di buon umore, ma prima o poi ne dovrà uscire.
Come è possibile che, con tutti gli strumenti musicali, la musica creata coi computer e tutti i generi musicali, che sembra non potrà mai più essere creata una nuova canzone, un primitivo fischio sia la cosa che resta più in testa?
Fiu fiu fiu fiu...a te vengono in mente altre canzoni col fischio?
Fiu fiu fiu..aiuto!

11 settembre 2007

11 settembre

Uno si aspetta sempre delle gran catastrofi, in questa giornata.
Pare, invece, fortunatamente per l'umanità nella sua quasi interezza, che sia andata male solo a me e alla Britney. Lei per la figura di merda ai music awards, io per l'odierna conoscenza dei cosiddetti spasmi affettivi.
Io e la Britney, nell'economia del destino dell'umanità, siamo di scarso rilievo. Archiviare.

6 settembre 2007

Le persone famose

Quando muoiono le persone famose e me non me ne importa poi molto.
Quando muoiono le persone famose a me vengono in mente gli animali allevati in batteria e quelli allevati a terra, ma se tu fossi una persona famosa, ti prego, non ti offendere. Non è niente di personale, però io penso agli animali allevati a terra, che mangiano l'erba, se ne stanno fuori, fanno tutto quello che gli animali normalmente fanno per vivere la loro vita. E poi penso agli animali in batteria, che vivono tutta la vita sopra una grata, in una gabbia, non si muovono, non respirano aria, vivono una vita di merda solo per morire.
Allora, se viene macellata una mucca chianina a me non dispiace, la sua vita dignitosa l'ha vissuta, poi morire è naturale, un po' meno morire ammazzati, ma è così che funziona la natura. Se muore chi non ha mai nemmeno camminato mi dispiace di più.
Le persone famose muoiono e con loro il talento, ma la loro vita è stata fortunata, dignitosa, ricca. Non credo ci si debba dispiacere. Io non mi dispiaccio.

5 settembre 2007

La bellezza delle parole

La cosa più importante delle persone sono le parole, le parole esprimono la persona, io rimango incantata di fronte alle parole.
A me piacerebbe tanto conoscere tutte le parole, saper usare la parola giusta in ogni momento e non sentire mai la limitazione di non saper trovare la parola giusta, col significato giusto, con la sfumatura giusta. E poi invidio le persone che sanno costruire le frasi in molti modi, che sanno giocare con le parole e usarle come fossero Lego, come fossero i colori del pittore.
Spesso a me le parole vengono in un modo solo, come in questo momento, in questo momento che so per certo che mi hanno fatto la quarta foto con l'autovelox, per quanto ci pensi a come esprimere il mio pensiero, le parole mi vengono in un modo solo: cazzo, cazzo, cazzo, ma porca d'una troia, mavvaffanculo!

2 settembre 2007

Corso breve per aspiranti (anche) casalinghe

La prima lezione è che il fine settimana è nemico della donna che veste, a tempo pieno, il ruolo di regina della casa, compresi i panni sporchi che sono in casa. Altro che i castelli delle fiabe, essere regine senza paggi è una fregatura immane.
La seconda lezione è che la vera (anche) casalinga, detta la casalinga della domenica, non deve parlare nell'espletamento delle sue funzioni, come guidasse un autobus.

Dialogo n. 1
Birra: qualcuno mi può spiegare perché, ad ogni lavatrice, sparisce qualcosa che poi non trovo più né nella cesta né nel percorso alla lavatrice né nella lavatrice?
Husband: cosa hai perso?
Birra: una calzetta fucsia, sai i miei fantasmini fucsia...
Husband: si sarà autocombusto
Birra: non è una bella cosa da dire a una signora...

Dialogo n. 2
Husband: ascolta, tu stiri, ma io non voglio stare in casa, io esco, tu non stiri, va bene?
Birra: vabbè, bravo, io invece mi diverto a stirare, non voglio mica uscire! Facciamo così, diamoci un obiettivo intermedio, tipo la fine del filmino dei bimbi, e a quel punto monitoriamo lo stato dello stiramento e decidiamo...Birra si spaventa: obiettivo intermedio, monitorare lo stiramento..ma chi cazzo mi ha indottrinato così?

Dialogo n. 3
Birra: ecco, ma guarda queste magliette, sono rimaste tutte le macchie e sono scolorite, che rabbia. Ma come faranno tua madre e la mia a farle venire sempre bene?
Husband: eh, ma tu non sei una brava casalinga.

E nel mutismo in cui decido di chiudermi, forse per sempre, mi viene più facile chiedermi perché noi donne abbiamo deciso di voler essere brave in casa, brave a lavoro, madri esemplari, mogli perfette, belle fino alla tomba.
Io ho bisogno di specializzarmi in qualcosa e direi che scelgo i figli, per il resto voglio abdicare o trovare collaboratrici al nero.

1 settembre 2007

Riflessioni del capodanno

Quando, un anno e un giorno fa, decisi che avrei aperto un blog, ma non sono sicura che aperto vada bene per un blog, quindi forse direi quando decisi che avrei iniziato a scrivere su un blog che fosse il mio, io non lo sapevo mica cosa erano i blog.
Sapevo che esistevano e sapevo che venivano definiti diari on line e per questo, non avendone mai letti, un po' li disprezzavo. Io sono una che se mi racconti degli amanti di Lady D, del grande fratello, delle serie televisive, di Costantino, io non capisco di che parli e non lo voglio capire. E allora, pensavo, se non voglio sapere della vita delle persone che interessa alla maggior parte di tutti gli altri, per quale stracavolo di motivo dovrei interessarmi della vita delle persone che non interessa a nessun altro, se non amici, parenti e conoscenti (senza offesa, eh!)?
Però, siccome ero un po' esaurita, avevo bisogno di parlare avendo l'idea che tutto il mondo mi ascoltasse, convinta, però, che non potesse esistere un pazzo al mondo che volesse leggere (intenzionalmente e con una situazione psico-fisica non del tutto compromessa) le mie parole.
Solo *dopo* ho capito.
Ho iniziato a leggere, e leggere mi piaceva tanto, e, di link on link, nel tempo che avevo, che è sempre stato poco, e con la tecnologia che avevo, che è molto limitante, ho conosciuto persone, non blog, che scrivono e pensano cose che, a leggerle, una si sente meglio, per quello che dicono e il modo in cui lo fanno, perché è quello che hai sempre pensato ma, chissà perché, non l'hai mai detto, o perché strappano una risata o ti mostrano un altro punto di vista.
Poi c'è il blogday, e io non lo sapevo cosa è il blogday, sono ancora una debuttante, e la sorpresa è che qualcuna di queste persone mi segnala, ma non parlo mica di persone qualunque, qua si parla di colonne portanti della mia blogosfera.
Signori, io non ho parole per ringraziarVi.
Il secondo anno inizia meglio del primo.